giovedì 26 gennaio 2012

Recensione: Una vita di carta - Marzia Bosoni 



Editore: Berti
Collana: Narrativa
Genere: Romanzi e Letterature, Romanzi Italiani Contemporanei
Formato: 11,15 x 19
Rilegatura: Brossura
Pagine: 126
Anno: 2003
Prezzo € 7
Disponibile su:http://www.lafeltrinelli.it/products/9788873640219/Una_vita_di_carta/Marzia_Bosoni.html
http://www.bol.it/libri/Una-vita-di-carta/Marzia-Bosoni/ea978887364021/
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"Una vita di carta" è composto di sei brevi racconti.

Lo scopo di questo libro, ciò che l'autrice vuol mettere in evidenza è il significato profondo del nostro "io", che è ben lontano da tutto ciò che è materiale, plasmato dal volere sempre di più per poterlo mettere in mostra e per far vedere al mondo che noi "possiamo"; che è lontano dalla presunta onniscenza con la quale ci facciamo portatori di saggezza verso il prossimo.
Ciò che emerge da questo libro è che per un attimo, forse, sarebbe meglio fermarsi ad ascoltare il cuore, e non la testa.
Per ritrovare quella libertà spirituale con la quale si apprezza, in tutte le sue più svariate sfumature, la vera essenza della vita stessa.

QUANDO IL MONDO RESTO’ SENZA PAROLE

La giornata si apprestava ad essere come tante già vissute in precedenza, la scuola per i bambini, la riunione del papà... Ma qualcosa quel giorno era diverso: la voce. Le persone non potevano più parlare.
Nei notiziari televisivi si provava a spiegare ciò che stava accadendo, usando testi in sovrimpressione. Nelle strade le persone si riunivano in gruppi cercando di capire se non fossero gli unici ad aver perso le parole. Il panico iniziava a farsi strada, alternato da rabbia e stupore al tempo stesso. Solo i bambini sembravano non risentire di quella strana situazione, anzi ne erano felici, divertiti. E a poco a poco persino gli adulti iniziarono ad apprezzare la cosa.
Come avendo di colpo ritrovato l'udito, il cuore gli si riempì di gioia sentendo lo scorrere di un fiume, la musica di un gruppo etnico in fondo alla strada; non avendo nulla da dire, o meglio, non potendolo fare, si ritrovarono, forse per la prima volta, a vedere realmente ciò che stava loro intorno, sentendolo nel profondo dell'anima. Iniziarono percepire tutto ciò che prima, troppo presi da se stessi, non erano stati in grado di vivere appieno.

IL TAVOLINO VICINO ALLA VETRINA

Quando le apparenze ingannano la mente. La riflessione, frutto di un ignoranza egoistica, di una ragazza che pensa di sapere bene come vanno le cose nel mondo, tra esseri umani tanto diversi tra loro; che dà per scontato tutto, poiché i luoghi comuni dicono che così deve essere.


SOGNI DI MAGNOLIA

Matteo chiede solo di sognare, provando a convincere Silvia, sempre troppo dura, che questa non è una follia, che è invece un modo bellissimo per sorridere e sentirsi felici. Una storia triste e commovente, di sogni infranti distrutti dall'insensibilità di chi, invece di sminuire il nostro entusiasmo, dovrebbe trasmetterci il coraggio per realizzare i nostri desideri. Stupendo racconto, che fa riflettere e mettere una mano sul cuore.

PIEDICOLLE

Per tutta la vita Giordano si è dedicato anima e corpo al suo lavoro di manager di una grossa azienda, privandosi di una famiglia propria, ma conservando il desiderio di poter, un giorno, tornare nel suo paese natio.
Giunto ormai a settant'anni, ritenuto elemento scomodo dai nuovi membri della società, con un finto premio di merito venne rispedito, finalmente, nella sua terra d'origine.
Appena arrivato gli parve che nulla fosse cambiato di quel suo mondo d'altri tempi, fatto di case di pietra e strade di terra che contava quattrocento anime; ma ben presto si rese conto che in effetti qualcosa di diverso c'era: lui stesso. Si sentiva un forestiero in casa sua, e nemmeno la grande festa dell'uva in ottobre riuscì a farlo sentire parte della comunità, che ancora lo guardava con sospetto. Iniziò a sentirsi un estraneo in casa sua e, per la prima volta, ebbe chiaro il significato della parola solitudine. L'inerzia con la quale era costretto a passare le sue giornate lo tormentava; voleva poter fare qualcosa, ma non sapeva cosa.
Fino a quando non incontrò Roberto, che gli insegnò quanto può essere bello parlare con i fiori. Capì che i vecchi del posto non camminavano lenti e curvi su se stessi per colpa dell'età, ma per poter ammirare ogni singolo sasso di quel loro paradiso sulla terra. Finalmente riportato alla vita, quella che vale la pena assaporare in ogni suo ingrediente, capì che non era più solo; capì che, come la terra, anche l'anima va nutrita affinché possa essere in grado di produrre buoni frutti.

CHI SEI?

A sei anni Giada si chiede spesso cosa sia l'ombra scura riflessa negli occhi degli adulti: la spiegazione le viene data da un amico che vede solo lei, che le farà capire di come i soli che brillano in ognuno di noi, debbano riuscire ad essere sempre luminosi, senza farsi oscurare da alte mura di finzione.

IL SANTO DI CARTA

Dopo un grave lutto Cesare scopre per la prima volta la fede in Dio. Ritrovandosi tra le mani una vecchia Bibbia donatagli dalla nonna materna, prima che morisse, inizierà a dedicarsi alle sacre scritture cercando di essere sempre un bravo cristiano, e divulgando la parola del Signore. Alla sua morte tutto il pese piangerà la sua scomparsa, vedendolo già sulla porta del paradiso, ma... Cesare si troverà di fronte un'altra situazione alquanto inaspettata.

"I grandi sono fatti così: stanno sempre a preoccuparsi di cosa la gente potrebbe pensare se per un attimo non si

comportassero esattamente come il loro ruolo esige"

"Guardiamo la vita. E non la vediamo affatto. Perché in realtà, ciò che vediamo è la nostra personalissima ricostruzione, dove tutto ha un senso ed ognuno è al suo posto"


Abbiamo il potere di dare la luce o sommergere di oscurità, d’insegnare a volare o di costringere a strisciare. Basta una nostra parola, un gesto soltanto per portare un raggio di sole nella vita di chi ci sta accanto.

"Che idea – commentò lei preparandogli una camomilla – colorare il cielo. Di notte, poi. E chi vuoi che lo guardi il tuo cielo di notte? (...) A mano a mano che Silvia parlava le mille costellazioni negli occhi del bambino si erano spente una dopo l’altra. Succedeva sempre così"

"Non rammentava che il vento potesse essere così spietato e non aveva mai sentito parlare di un vento così tagliente da infilarsi fin nelle pieghe dell’anima (...) Anche Giordano aveva il suo camino, più bello e grande di quello di qualunque altra casa di Piedicolle, ma davanti a quel caminetto disegnato e realizzato da un architetto di città, non c’era mai nessuno (...) Si sedette sulla panca che aveva costruito con l’aiuto di Roberto e dove loro due solevano sedersi per discutere del giardino o per rimanere in silenzio ad ascoltare la pioggia che cadeva, e ringraziò Dio, forse per la prima volta da quando aveva smesso di andare al catechismo, per il dono d’amicizia che aveva ricevuto"


Un regno diviso al suo interno è un regno destinato a crollare. E noi siamo questo regno. Dobbiamo recuperare la nostra unità. Dobbiamo smettere di vivere come se fossimo un puzzle e recuperare il quadro completo.

"E puoi vagare senza meta per tutta la vita senza più ritrovare tutto te stesso, ma solo brandelli dietro questo o quel muro mentre i tuoi occhi velati rivelano che Tu sei altrove. Ma il solo modo per ritrovarti tutto intero e cacciare le ombre dai tuoi occhi è abbattere ogni muro e tornare a risplendere in ogni cosa che fai e che dici”

"Alla sua morte, Cesare strinse forte a sé la sua vecchia e consunta Bibbia e s’incamminò umile e sereno lungo il corridoio luminoso che risuonava di musiche mai sentite. Ma alla fine del tunnel non si trovò ai cancelli del Paradiso, bensì in una grande stanza con le pareti fatte di cielo: davanti a lui vi era solo una magnifica porta sormontata da una bilancia dorata e attorno molte persone sembravano essere in attesa (...) Cesare si trovò così a fianco di un giovane uomo dai fieri lineamenti arabi. Anche le sue vesti non lasciavano dubbi e il libro che il giovane stringeva forte a sé era proprio il Corano (...) Quando l’angelo preposto a tenere in ordine la grande Sala delle Udienze passò, più tardi, a terra trovò soltanto due vecchi libri inutili…"


Ispirata come tanti, dai testi letterari del padre gesuita Anthony de Mello, la giovane autrice Piacentina all'età di trent'anni ha pubblicato nel 2003 il suo primo libro, a seguito del quale sta programmando la pubblicazione de "La luna nel fiume". Diplomata come Perito Aziendale e Corrispondente in Lingue Estere, ha lavorato per 15 anni come interprete e traduttrice. Appassionata di erbe e piante, prepara da sola le sue tisane preferite e nel tempo libero si diletta nell'arte del découpage, ma più di tutto ama prendersi cura dei suoi tre figli.


Claudia Mameli




Recensione: Una vita di carta by Caudia Mameli is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License.

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