giovedì 6 aprile 2017

Recensione: C'è un mostro sul nostro ponte, di Giada Alessia Lugli





Genere: Horror
Anno: 2015
Formato: Kindle
Pagine: 256
Prezzo: € 0,99
Disponibile su: Amazon

Anna è la piccola vicina di casa di Stephen, figlio di uno psichiatra e orfano di madre. Fin dalla prima infanzia, la bambina ha manifestato dei problemi mentali, sminuiti soprattutto dalla madre, una donna severa che nasconde le proprie insicurezze nel cibo. La psicosi di Anna è in realtà una vera e propria fobia che nasce da un preciso episodio al quale nessuno crede, a parte Stephen. I due affrontano insieme la vita, lui proteggendo Anna dal mostro, lei dando al suo amico la forza per affrontare le proprie sofferenze. Crescono e diventano grandi in un mondo che si fa sempre più duro: il mondo degli adulti. Lì, i ragazzi iniziano a plasmare seriamente il loro futuro, compiendo scelte importanti. Quelle di Stephen, in particolare, saranno decisive per stabilire cosa dovrà essere di lui e, soprattutto, di Anna.

In questo romanzo, che per la sua sottile morale potrei definire un falso horror, Giada dà vita alle paure più profonde che risiedono nel peccato originale di ogni essere umano. In un mostro, incarna il sentimento di inadeguatezza e senso di smarrimento verso un mondo in cui ognuno di noi ha da compiere un percorso già scritto, nel quale sono compresi gli ostacoli da affrontare, per rafforzare o meno il legame di due anime che devono lottare affinché possano restare insieme fino alla fine, a dispetto delle difficoltà. La trama si snoda fra le montagne russe dei pensieri, complessi e accavallati in maniera meticolosa, affinché il lettore non si stanchi mai di leggere e si leghi ai personaggi, accompagnandoli fino all'ultima pagina.

"L'immagine di Cristo con il cuore in fiamme mi perseguita. Ho peccato contro lo Spirito Santo, signori miei, il che significa questo: ho peccato sapendo di peccare, ho visto il bene e ho visto il male e ho deliberatamente preso la seconda strada"

"Fu per questo che in casa Jones il mostro poté terrorizzare Anna a piacimento, perché sua madre decise che non c'era bisogno di prendere provvedimenti, dopotutto era solo una sciocchezza"

"Poi, nel momento in cui la sua mente avesse cominciato a vacillare dal terrore, il mostro avrebbe preso vita risvegliato dalla sua paura"

"Le volevo così bene e il suo viso mi piaceva così tanto che mi sentivo il cuore e il cervello talmente zeppi da dover abbassare gli occhi perché non ci stava più"

Claudia Mameli