sabato 2 novembre 2013

Una pausa lunga un anno



 C'era un periodo nel quale, guardando un foglio bianco, d'istinto la penna finiva tra le mie dita per andare a riempire quegli spazi vuoti che m'ispiravano storie ormai già vissute da tempo nella mia testa.                                      
 Ora, nonostante il cuore mi scoppi nel petto alla sola idea di tornare a far viaggiare le parole,facendo loro percorrere strade infinite, non riesco più a trovare quel punto d'incontro tra carta e inchiostro.                                             
 Prima, nella penombra di una stanza vuota, chiudevo gli occhi e sognavo il mare senendone il profumo ed il frangersi delle onde sugli scogli in lontananza; seduta, sotto i piedi e tra le dita delle mani la morbida sabbia mi avvolgeva come una nuvola di cotone, pronta a cullarmi nella sua dolce altalena di ricordi.                                                                              
 Vedendo un tavolo, immaginavo le persone che gli stavano attorno mangiando in allegria raccontandosi il quotidiano, ciò che nel bene o nel male li aveva accompagnati nelle ore fuori casa e quello che progettavano di fare l'indomani, certi che sarebbe stata una giornata migliore di quella appena trascorsa, carica di nuove emozioni da vivere con l'unico desiderio di poterle condividere con i propri cari.                                                                                     
  Ascoltando un suono ne seguivo il percorso camminando nel suo vibrare, arrivando nel punto esatto dal quale era partito riuscendo così a capire il perché del suo esistere, ed in quel momento non ero più io ma di venivo parte di esso iniziando a fluttuare nel vento sparso in ogni dove, arrivando a toccare i luoghi più impervi e distanti; e proprio allora, come una bolla di sapone che contro la luce del sole brilla di mille colori, la mia anima intera esplodeva riempiendo, con brillante euforia di vivere, lo spazio infinito.                         Ed era lì, annusando quel semplice pezzo di carta che per errore sarebbe potuto finire perso per sempre, che il mio amore per la scrittura prendeva finalmente vita riuscendo a regalarmi quei dolci brividi lungo la schiena, propri di chi dopo tanto tempo ha finalmente raggiunto quel punto all'orizzonte che da tempo inseguiva, sfiorandolo di sfuggita con un dito senza mai poterlo realmente toccarlo.    Proprio in quel dove riuscivo ad arrivare prendendo la penna in mano, e che ora non riesco più nemmeno ad immagginare di essere.  
 ...forse, però, l'aver buttato fuori tutto il caos che continua a ruotarmi in corpo ed in testa, sconvolgendo ciò che sono sempre stata, è servito a sbloccare quell'ingranaggio segreto che aveva solo bisogno di un piccolo aiuto per essere nuovamente rimesso in moto; e chissà, magari prima ancora di quanto io possa pensare, riuscirò a tornare a trasmettere a chi mi legge tutto quello che cuore, anima e corpo continuano a dirmi da una vita:                    
  "Non smettere mai di essere te stessa ed amati così come sei, così come chi ti ama non vuole che tu smetta di essere; perché è così che continuerai a riempire anche il loro cuore con gli stessi brividi che emozionano il tuo essere, giorno dopo giorno.                   
  E grazie a chi non smette di credere in me, aiutandolo a riemergere dall'abisso di parole.  

                                                       Claudia Mameli