Editore: Zona
Collana: Contemporanea
Genere: Narrativa contemporanea
Rilegatura: Brossura
Pagine: 72
Anno: 2012
Prezzo € 10
Disponibile
su:
http://www.ibs.it/code/9788864382715/bosoni-marzia/luna-nel-fiume.html
http://www.bol.it/libri/La-luna-nel-fiume/Marzia-Bosoni/ea978886438271/
“La
luna nel fiume” è da subito intriso di note magiche che scavano nel
cuore di chi legge, rivelando con fare delicato la forte maturità
letteraria acquisita negli ultimi dieci anni dall’autrice di “Una vita
di carta”.
A partire dalla dedica d’apertura, piena di amore
profondo nei confronti dei suoi cari, Marzia Bosoni riesce a
catapultare immediatamente il lettore sensibile in quel mondo incantato
da lei straordinariamente descritto come lo specchio dell’anima.
Grazie
alla profonda empatia trasmessa, questo suo nuovo libro travolge già
dalle prime righe, che portano alla luce situazioni che in un modo o
nell’altro trovano spazio nel mondo personale di ognuno; situazioni
nelle quali, bene o male, ci si può ritrovare, da protagonisti oppure
semplici spettatori.
Come con il precedente lavoro, la Bosoni
compone sei racconti che cercano di carpire brevi scorci di esistenza;
apparenti risposte ai mille perché dell’intricato cammino della mente in
quello che è il lungo viaggio della vita.
Un libro, questo, che
vuol’esser letto a cuor sereno al fine di ritrovare subito quella pace
interiore che troppo spesso manca a causa dei tanti pensieri, a volte
legati a problematiche apparentemente irrisolvibili o di difficile
accettazione a causa del frenetico vivere nell’era moderna e che vengono
vissute in maniera ossessiva con sfiducia di risoluzione, e che fanno
dimenticare il vero senso di una vita che merita di essere portata
avanti con serenità, necessitando in realtà di piccole cose, semplici
gesti quotidiani che partono dal cuore e, soprattutto, di una fiducia
che non ha bisogno di alcun perché. Queste storie, che prendono spunto
da fatti reali, aiutano ad entrare nell’ottica della speranza, aiutando a
capire come a volte un improvviso cambiamento di percorso durante il
proprio viaggio esistenziale possa stravolgere per sempre la visione di
quel mondo che fino ad allora era parso l’unico mondo che potesse
esistere, aprendo così nuove strade a tutto ciò che fino ad allora
veniva considerato semplicemente fuori dalla portata del proprio
pensiero.
Ciò che salta subito all’occhio (e spiegato in maniera
approfondita dall’autrice stessa) è l’apertura di ogni storia narrata,
che inizia sempre con il nome del protagonista proprio a sottolineare il
fatto che ognuno di noi è speciale ed importante per quello che è come
persona stessa.
Un altro punto a favore di questo già splendido
libro viene dalla collaborazione con la professoressa Cinzia Valletta
del Liceo Artistico di Ravenna, che ha guidato i suoi alunni nella
creazione delle illustrazioni di cui è corredato il volume.
Sei
storie da leggere tutte d’un fiato, rivivendo in esse con la stessa
passione ed entusiasmo, la commozione e la profonda sensibilità della
straordinaria penna che le ha composte. Per chi ha voglia di sentire
quel tuffo al cuore ed allo stomaco che prova solo chi è capace di
emozionarsi.
Milano - Vicenza
Luca è un ragazzo
semplice, che ama sognare ad occhi aperti immaginando di rivivere storie
di un passato affascinate; ha un animo buono e gentile, e quando c’è da
percorrere cinque ore di treno per arrivare dai suoi amici lontani non
ci pensa su due volte e parte. È proprio durante uno dei suoi viaggi che
si ritrova a fare i conti con una realtà che, nonostante la sua
euforica fantasia, non aveva mai lontanamente immaginato di poter vivere
in prima persona.
Vedendo lo sguardo insofferente degli altri
viaggiatori nei confronti di un vecchio dall’aspetto umile che cercava
in loro solo un semplice sorriso od un buon giorno, Luca si sente
addosso tutta la colpa dell’atteggiamento altrui e decide, commosso,
di provare a porre rimedio a tanta omertà d’animo.
Ma, con
sua grande sorpresa, accade qualcosa che mai avrebbe immaginato. Quello
che di primo impatto gli parve un gesto privo di logica, d’un tratto si
palesò a Luca come una grande verità che aspettava solo di essere
osservata con occhi capaci di vedere oltre ciò che è di solito
invisibile agli occhi di chi ancora non sa dove guardare.
Poche gocce d’acqua
Giulia
è una donna sola da ormai tanti anni e che, dopo aver cresciuto da sola
i suoi sei figli, vive in un appartamento nella periferia parmense. Lì,
di tanto in tanto riceve la visita dei suoi congiunti; troppo presi
dalla loro vita frenetica, loro, notano a fatica i cambiamenti della
propria madre, specialmente quelli dell’umore che, giorno dopo giorno,
si va a sgretolare irrimediabilmente in uno stato di apatica e
indifferente solitudine d‘animo che la spinge ad un isolamento che va a
crescere in modo graduale ma costante. In quella casa la donna si sente
come chiusa in una gabbia fatta di ricordi lontani, voci fievoli e
dolorose nostalgie. Persa nella sua faticosa routine quotidiana, sempre
uguale a se stessa e sempre più difficile da ripetersi giorno dopo
giorno, Giulia si fa sorprendere da un fatto misterioso che le accade
ogni mattina. Nonostante l‘iniziale riluttanza ad accettare per vero
quello strano avvenimento, che considera una semplice e strana
casualità, poco per volta la donna ritrova in sé una nuova forza, che va
a crescere sempre più facendola risentire piena nell‘animo. Si
riappropriò, dopo tanto tempo, di una visione del mondo che credeva
ormai perduto, lontano da tutto ciò che era diventata nel corso degli
anni passati a vivere una vita che pensava fosse ormai giunta al suo
culmine, quasi non avesse più senso provare ad affrontare nuove emozioni
proprio in ragione del fatto che era ormai certa di non poterne avere
di nuove. Perché a volte basta un semplice gesto dimenticato a donare
nuova essenza ad una vita che credeva essersi irrimediabilmente spenta
per sempre.
Due angeli
Sara è una bambina dolce
ed affettuosa che infonde in tutti coloro con i quali entra in contatto
un profondo senso d’amore. I suoi genitori, persone buone come la loro
figlia, avevano scelto di donare parte del loro amore a due bambini
Africani che, felici per la loro famiglia lontana, pregavano sempre per
questi, quasi vegliassero sulla loro vita. Quando la piccola rimase
vittima di un brutto incidente, la mamma si ricordò una frase che le
aveva detto un giorno la responsabile dell’associazione delle adozioni
un giorno, ma che all’epoca non ebbe potuto comprendere. Quelle parole
così tanto enigmatiche per la sua visione del mondo le restarono
impresse, e non riuscì a capirne il vero significato sino a quando,
leggendo una preghiera per la sua piccola ferita, una luce le fece
vedere il vero senso di quelle poche parole che, nonostante in un primo
momento le fossero sembrate uguali a tante altre, alla fine le si
mostrarono con tutto il loro più profondo significato, portandola a
comprendere ciò che non dovrebbe mai essere scordato.
Il profumo di Dio
Laura
perse la vista ad otto anni e da allora i suoi genitori iniziarono a
farle fare ogni sorta di visita medica con la speranza di poter un
giorno trovare il modo di guarirla da quella sua condizione di dolorosa
oscurità. Quando però si resero conto che nonostante la vista venuta
meno, la loro unica figlia aveva trovato il modo di guardare al di là
degli occhi grazie alla sensibilità accentuata di tutti gli altri sensi,
si misero il cuore in pace dandole la possibilità di riprendere a
vivere come tutti gli altri. Laura iniziò ad uscire da sola,
memorizzando ogni singolo passo che avrebbe dovuto fare per arrivare a
scuola, o per una qualsiasi passeggiata all’aperto. Un suo punto di
riferimento importante divenne la Chiesa, dove l’odore intenso della
cera che andava a sciogliersi le dava una piacevole ed intensa
sensazione di pace e vicinanza alla Madonna, che venerava sentendola
accanto a sé per le sue tante pene sopportate. Successe però che, a
causa del lavoro del padre, dovette trasferirsi per un anno intero in un
altro paese: lì si risentì sperduta, come se avesse nuovamente perso la
vista. Ma nuovamente, come già successo in precedenza, riuscì a trovare
conforto in una chiesetta indicatale dalla madre, nella quale
consolidare il suo legame con la madre divina. Al termine di
quell’escursione durata dodici mesi, finalmente nel suo paese, andata a
far visita alla sua amica celeste trovò una brutta sorpresa ad
attenderla. Provava rabbia, si sentiva incompresa, tradita dal mondo;
quell’unico punto di riferimento che le dava quasi l’impressione di
riuscire ancora a vedere le era stato negato, le era stata privata
un’altra volta la gioia di vedere dove gli altri non potevano arrivare.
Persa nella sua disperazione, ciò che non poteva sapere era che qualcuno
in realtà la comprendeva bene, e che presto le avrebbe ridato quella
luce che tanto le era mancata.
Un ponte tra due mondi
Chiara
è una trentaduenne che nella vita ha sempre dato il massimo, qualsiasi
cosa facesse. Questo massimo, però, per lei era sempre troppo poco:
avrebbe voluto fare di più, fare meglio, e, soprattutto, avrebbe voluto
che anche gli altri vedessero quel qualcosa in più che le pulsava
nell’anima, e che aspettava solo di venire fuori. In questa fase di
tormentata ricerca del senso del suo esistere, Chiara alternava momenti
di serenità nei quali era certa che stesse per svelare l’arcano celato,
ad altri di profondo sconforto, nei quali vedeva solo un alto muro
invalicabile che le avrebbe immancabilmente impedito il prosieguo del
suo cammino. Questa sua instancabile ricerca di perfezione la portava al
punto di sentire il malessere anche a livello fisico oltre che mentale,
impedendole di trovare il coraggio di affrontare qualsiasi relazione
sino a che non avesse capito cosa c’era oltre il punto nel quale
riusciva a guardare, e che l’avrebbe fatta sentire finalmente libera di
svelarsi al mondo in tutta la sua pienezza. Con forte senso autocritico,
incerta sull’esito finale, intraprende un viaggio personale attraverso
il quale, finalmente, riuscirà a colmare quel doloroso vuoto interiore
che le impediva di godere appieno di ogni singolo istante della sua
vita, riuscendo finalmente a comprendere che l’unica cosa che le mancava
era in realtà nascosta dentro di lei, e che aspettava solo di essere
trovata.
L’ultimo segno
Miriam aspettava il treno
che l’avrebbe portata dalla sua amica per lo shopping di Natale. Quello
che era per lei il periodo più bello dell’anno, questa volta era
disturbato da pensieri insistenti che le giravano per la testa da ormai
quindici anni, e che cercavano solo di trovare un loro esistere. Aveva
ormai da tempo abbandonato la religione, intesa come luogo di culto
iconografico e ideologico a se stante, cercando da sola quale che fosse
la verità su Dio; qualsiasi forma avesse, qualunque insegnamento avesse
voluto dare, al di là di quello che era scritto sulla carta e acclamato
da tempo immemore. Cercava un segno che le avrebbe indicato la via
giusta, la risposta alle sue mille domande rimaste senza un perché.
Sapeva che c’era qualcuno, o qualcosa, più grande di lei che dirigeva e
comandava tutto, ma non sapeva di cosa si trattasse; non sapeva cosa
avrebbe voluto da lei, e come poteva rendergli grazie, ma soprattutto
non sapeva se l’avrebbe mai scoperto, tante erano le strade che avrebbe
ancora dovuto percorrere prima di arrivare a destinazione. Ciò che non
le faceva perdere la speranza era la certezza ceca che qualcosa ci fosse
e che la stesse osservando, dandole ogni volta che sentiva di averne
più bisogno piccoli segni della sua presenza. Ma non le bastava, voleva
Sapere. Voleva Conoscere. E voleva sapere se Lui esisteva davvero, od
era solo il frutto della mente, una scusa usata dall’uomo per accettare
le cose che gli accadevano intorno ogni giorno. Proprio quando stava per
smettere di lottare, e rinunciare a scoprire ciò che ormai credeva di
non poter più riuscire a comprendere, accadde qualcosa che le fece
riscoprire un credo ormai affievolitosi dal tempo. E la risposta arrivò,
in un modo che mai avrebbe immaginato.
“A Sara, che è stata la mia prima alba
A Simone, che è la luna
A David, che è il sole
Ad Ale, che è il mio mare
E ad Alex, che è sempre con me”
“Tante
volte aveva sentito paragonare gli occhi azzurri al color del mare, ma
mai il paragone era stato così vicino alla verità e mai più avrebbe
utilizzato quell’espressione perché gli occhi del vecchio, quelli sì,
erano il mare”
“Sentì il dolore profondo più della pace,
il dolore sereno che faceva dolere il cuore: quel mare, quel mare
azzurro e puro non era fatto d’acqua, ma di lacrime. E quella pace
limpida come l’aria era il dono che il mare di lacrime incessantemente
portava a riva”
*
“Giulia
era sola. Teneva sempre le porte delle camere da letto dei suoi figli
chiuse: per risparmiare gas d’inverno e mantenere penombra d’estate,
diceva, ma anche per attutire le voci dei ricordi che provenivano da
quelle stanze”
*
“Tutti quelli che conoscevano Sara non potevano fare a meno di
amarla; anche quelli che non avevano mai sopportato i bambini, quelli
che li trovavano noiosi e tutti uguali, anche loro erano colpiti e
innamorati di lei. Brava, educata, sensibile, molto intelligente … i
motivi ricorrenti erano questi, ma la verità, forse, era semplicemente
un’altra: Sara aveva il dono di suscitare amore
*
“L’acustica
era strana, in chiesa, ma spesso, dal suono della moneta, riusciva a
capire su quale altare fosse stata accesa la candela e quando le
sembrava provenire dall’altare della Madonna, sorrideva e pensava
«Un’altra luce per te, Maria. E una anche per me»”
*
Quando eravamo bambini ci siamo sentiti chiedere spesso “Cosa vuoi fare da grande?”, ma quasi mai “Chi vuoi essere da grande?”
Eppure la vera domanda è quella. Perché siamo noi a decidere chi siamo, nel più profondo senso del termine.
“Aveva
perso il conto delle volte in cui aveva creduto di aver raggiunto la
pienezza della vita per poi ritrovarsi, dopo un mese o dopo un anno, a
riprendere il suo peregrinare, a volte fisico, a volte solo emotivo ed
affettivo”
“La solitudine l’aveva sempre spaventata e ferita. Ma la solitudine di stare vicino alle
persone amate e sentirsene separata da un muro invisibile la terrorizzava”
*
“Per la prima volta in vita sua guardava il cielo e sentiva nascere una domanda che le provocava un
dolore indicibile: «Ci sei?»”
Claudia Mameli
Recensione: La luna nel fiume by Caudia Mameli is licensed under a
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