mercoledì 6 giugno 2012

Recensione: Cafonal natalizio di Ester Nobile



Editore: Edizioni Esordienti Ebook
Pagine: 95
Genere: Comico
Anno: 2011
Prezzo: 4,90€
Formato: e-book
Disponibile su: http://www.edizioniesordienti.com/component/virtuemart/?page=shop.product_details&flypage=flypage.tpl&product_id=141&category_id=2
http://scrittevolmente.com/2011/12/19/recensione-cafonal-natalizio-ester-nobile/
http://www.lafeltrinelli.it/products/9788866900245/Cafonal_Natalizio/Ester_Nobile.html

Questo tanto ironico quanto verosimile primo libro dell’autrice Ester Nobile è un vero e proprio schiaffo morale all’ipocrisia generale dei mass media.



Alessandra  è quella che nel gergo comune si potrebbe definire «una sfigata senza speranza». Già di suo molto incline all’abolizione di tutte le festività nelle quali si finge pace e amore ad oltranza con il resto del mondo, questa sua riluttanza raggiunge il culmine massimo a causa di un lavoro che le fa rivoltare lo stomaco per l’ipocrisia che lo circonda: infatti, a dispetto del velo di misericordiosa umanità che circonda l’ONG che l’ha assunta per “ raggranellare” quante più donazioni possibili, viene trattata come una schiava senza limiti di orario e umiliazioni personali. Una volta intrapresa la strada della rivolta viene automaticamente licenziata con tanto di auguri natalizi.

Ma la sua sfiga ha inizio molto tempo prima, quando la sua allora diciassettenne madre figlia dei fiori decide di ribellarsi al regime materno-fraterno che la costringe a considerarsi la cenerentola della situazione, sposando quello che per la sua famiglia (e non solo) era il Male in persona. Dopo un po’ di tempo, quello che per sua madre era il principe azzurro, costretto ad un lavoro al quale non aspirava minimamente, avendo avuto bloccata per tanti anni la vena creativa decide di farla tornare a pulsare scappando in brasile con un trans, lasciando moglie e due figlie in balia dei «Te l’avevo detto» parentali. E come se non fosse già abbastanza, Alessandra è costretta alle continue umiliazioni dovute all’ostentato benestare (mica troppo onesto, ma non fa niente) del caro zietto e della sua sciccosissima, fighissima e mondanissima figlia Viky che in quanto ad intelletto è parti a zero, ma il fatto che è dottoressa sposata con dottore fa di lei una della persone più in vista del paese: superficiale per natura e con un corpo pressoché perfetto è odiatissima dalla sua più umile cugina in palese sovrappeso e senza futuro lavorativo nonostante l’alto livello culturale. Avendo subìto per anni mille umiliazioni, ed ingoiando tanti bocconi amari, Alessandra riuscirà alla fine ad approfittare di un “piccolo” neo di sua cugina per ottenere finalmente la vendetta perfetta; quella che la ripagherà malignamente di tutte le vessazioni accettate in silenzio per troppo tempo. Ma si sa, alla fine, anche i ricchi piangono!


La ventisettenne ragusana autrice di questa irriverente parodia che esalta il lato moralmente mediocre della società odierna, fa della sua ironica vena letteraria un punto di forza, ponendo un forte accento su tutto il marcio che ci circonda ogni giorno ma che il più delle volte viene occultato per salvare la faccia dei più “forti”.

Ester Nobile inizia a scrivere a scuola e, nonostante non sia né un’appassionata lettrice né tantomeno aspirante scrittrice (preferisce leggere Topolino o i settimanali di gossip della nonna) riesce a farlo con una disinvoltura tale che i professori stessi le consigliano il liceo classico esortandola a partecipare (con successo) a diversi concorsi scolastici. Nonostante i traguardi raggiunti non si è mai montata la testa, riconoscendo i propri limiti ed errori letterari (lei li definisce schifezze!) con una razionalità che è propria solo di chi sa veramente cosa sta facendo, e con la consapevolezza (e umiltà) del fatto che uno non nasce “Scrittore”, ma ci arriva per tappe progressive.
In tutta onestà ammette di aver ricevuto la vena creativa anche grazie a fumettisti importanti come Hiroki Endo e Terry Moore () dei quali “invidia” la capacità di creare dialoghi fantastici, e Miriam Engelberg che l’ha ispirata nella creazione di Cafonal Natalizio. Il libro prende il nome dalla celebre rubrica del sito Dagospia, che esalta gli  orrori di “stile e classe”delle celebrità più in vista del momento.
La leggerezza con la quale Ester scrive e vive (sdrammatizzando tutto ciò che la circonda) è dovuta ad una sorta di forma difensiva, per far si che il mondo non appaia poi così brutto come sembra, riuscendo così a sorridere sempre. E a far sorridere gli altri!

Claudia Mameli



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