giovedì 8 febbraio 2018

La metamorfosi di Kafka


   

Titolo: La metamorfosi 
Autore: Franz Kafka 
Anno: 1915
Genere: Letteratura dell'assurdo 
Disponibile su: Amazon

Questi giorni, tra i titoli da leggere mi sono ritrovata "La metamorfosi" di Kafka.  Era nella mia lista da tempo e ad essere onesta, per il poco tempo che ho ultimamente, non l'ho precisamente letto, ma ascoltato in audiolibro mentre cucivo i costumi di carnevale.
La storia fa senza dubbio riflettere sull'omologazione della civiltà: tutti devono essere uguali a tutti, precisi, diligenti, colti, dediti al lavoro. Appena una persona insoddisfatta del proprio esistere decide di cambiare strada e provarne una nuova, vuoi per curiosità, vuoi perché desideroso di affrontare una nuova avventura, o semplicemente perché incapace di reggere la vita precedente, ecco che gli indici si alzano e iniziano a puntare colui che ha subito la metamorfosi rendendosi irriconoscibile agli occhi degli altri. Bellissimo libro, ottima voce narrante, pone l'accento sull'incapacità degli uomini nell'accettare i cambiamenti; si evince l'attaccamento alle situazioni comuni, conosciute, e il desiderio di stare nella propria, monotona, tranquillità. Sopportare che gli altri modifichino modo di fare, esprimersi e pensare diviene difficile, quasi si pretendesse da loro di essere sempre uguali, privandoli del diritto di cambiare, evolversi e divenire qualcosa che prima non si era. Ci si sofferma a guardare il mutamento come una cosa negativa, portando all'isolamento chi decide di cambiare vita. Annullando la sua esistenza.
Quello che maggiormente mi ha colpito è il modo in cui Kafka utilizza le figure per esprimere i concetti: il padre in veste da camera prima e in divisa poi, è l'inerzia seguita da una buona dose di orgoglio; la mamma asmatica e desiderosa di salvare il figlio denota l'ansia di non riuscire nel proprio intento; la sorella che gli porta del cibo evitando di guardarlo, rappresenta tutto ciò che viene fatto per obbligo. Anche la governante che quasi esulta, fiera, per aver trovato il cadavere dello scarafaggio, ci dice quanto sollievo dia, a chi non è in grado di guardare oltre il proprio naso, sbarazzarsi di tutto ciò che distrae e scombussola la presunta normalità.  Il personaggio principale è invece il riflesso della frustrazione dovuta alla troppa normalità, al desiderio di cambiare avendo però paura di lasciarsi sopraffare dal cambiamento stesso.
Ottima storia per riflettere sul rispetto verso il prossimo, quali che siano le sue scelte di vita.

     

"Gregor Samsa, svegliandosi una mattina da sogni agitati, si trovò trasformato, nel suo letto, in un enorme insetto immondo"

"Come poteva essere proprio una bestia, se la musica lo afferrava a quel punto?"

"La grave ferita di Gregor (...) sembrò aver ricordato anche al padre che nonostante la sua forma attuale, triste e ripugnante, Gregor era comunque un membro della famiglia e non doveva essere trattato come un nemico; il dovere familiare, anzi, era quello di vincere ogni senso di ripugnanza e di sopportare, niente altro che sopportare".

Recensione a cura di Claudia Mameli

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