giovedì 7 aprile 2016

La gabbia, di Gianluca Corradini





Edizioni: ILMIOLIBRO
Anno: 2015
Genere: Narrativo
Formato: Cartaceo
Pagine: 136
Prezzo: €15
Disponibile su: ILMIOLIBRO

Stan è stato appena arrestato, e in maniera confusa inizia a prendere coscienza di quella che sarà la sua vita da quel momento in poi. Studia i suoi compagni, osserva la presa di potere delle guardie chiedendosi come poter andare avanti in maniera normale, ed entrando in un luogo nel quale ogni concetto prestabilito perde il suo valore, resetta ciò che rimane della sua vita passata per inserirsi nel nuovo habitat, come se non potesse esistere nient'altro di diverso dal posto in cui sta. Solo una voce, saggia, prova ad indicargli come fosse un enigma, la verità che si nasconde dietro il suono cupo prodotto dall'acciaio nel momento in cui la cella si chiude per sempre alle spalle dei reietti.

Gianluca Corradini, già impegnato nella gestione di un sito web d'informazione culturale, scrive questo suo primo libro nell'arco di molti anni, utilizzando una  forma stilistica che si plasma a misura di detenuto in un formale parlato quotidiano a dispetto delle convenzionali regole narrative. Grazie alla scrittura poco ricamata (che avrebbe potuto deviare la reale comprensione del testo), i fatti vengono descritti in maniera essenziale, come se fossero stati osservati attraverso l'otturatore di una macchina fotografica; mentre l'iniziale lentezza delle parole regala alla storia una nota noir che fa scivolare in forti riflessioni, d'un tratto si fa strada una più intensa visione della malinconica rassegnazione dei personaggi nella quotidianità del carcere, dove il tempo perde consistenza cambiando forma, ed  il perché della detenzione diventa un dettaglio irrilevante.
Piuttosto, il cardine di tutto il romanzo è proprio il senso di smarrimento dei detenuti e la loro necessità di rendersi utili per dare un senso ad una vita che non gli appartiene più, perché in una cella il vuoto spazza via i ricordi rendendoli qualcosa di irraggiungibile e non indispensabile.
La prigione, come una gabbia mentale in cui si perde la propria identità, ed i ruoli si amplificano nel loro senso di potere; dove la lucidità e la consapevolezza si sgretolano come un muro scosso da un terremoto. Un luogo nel quale nulla è come dev'essere, neppure la paura: perché dentro una gabbia, l'unica soluzione per sopravvivere è nutrire con amore e dedizione la propria rabbia.



"Stan era una persona comune, come tante altre. Finché non venne processato e arrestato per omicidio"

"Durante le ore notturne non si sentì un solo sibilo tra le celle. Un silenzio profondo invadeva la sala più rigoroso che in un cimitero"

"Le rivolte delle mense, gli schiamazzi, i tafferugli e le risse raccontate milioni di volte in televisione e nei romanzi sembravano essere pura fantasia"

"Fuori da quelle mura era diverso: c'erano le stragi, il caldo asfissiante dell'estate ed il freddo glaciale dell'inverno. C'era la primavera che raccoglieva e l'autunno che portava via. C'era la vita, la folla e il caos. Lì dove il tempo aveva un senso, e per questo veniva rammentato. Ma per i detenuti ogni cosa era differente, loro rimasero rinchiusi in un concetto astratto che era il tempo stesso in carcere. Proseguirono incessantemente le loro vite, fino a dimenticarsi di dover scontare una pena, fino a rassegnarsi completamente all'idea di vivere".


Leggendo questo libro ho sentito la necessità di conoscere meglio Gianluca Corradini, cosicché da una chiacchierata ne è venuta fuori una piccola intervista che vi riporto in versione integrale. Buona lettura!

INTERVISTA

Claudia: "Prima di tutto, grazie per la disponibilità: riuscire ad avere un'intervista con un autore è quanto di più bello si possa regalare ad un lettore!
Ma andiamo subito al dunque: "La gabbia", inizia come il più classico dei noir per poi trasformarsi in qualcosa di più complesso, difficile da decifrare. Come nasce questa storia, e da cosa è stata ispirata?"
Gianluca: "La gabbia nasce diversi anni fa, e inizialmente avevo un'idea completamente differente riguardo lo sviluppo del romanzo. Ad ispirarmi sono stati principalmente Fabrizio De Andrè ed Eduardo De Filippo, che attraverso le loro opere - Storia di un impiegato e Le voci di dentro - hanno profondamente cambiato il mio modo di essere e pensare."

C: "Il romanzo è ambientato in America per una scelta stilistica, o per un preciso motivo?"
G: " Non c'è un motivo in particolare, quindi direi una scelta stilistica. Anche se è nato tutto improvvisamente, senza che ci riflettessi troppo."
C: "Considerando che le scene iniziali si svolgono con grande rapidità, ad un certo punto il lettore vorrebbe capire qualcosa di più, sul vissuto dei personaggi; invece, il loro passato diventa qualcosa di irrilevante e prettamente astratto: perché?"
G: "Credo che in questa storia non siano importanti i dettagli: il protagonista potrebbe essere ciascuno di noi. E' fondamentale capire lo sviluppo senza lasciarsi influenzare, e per questo era necessario rendere spogli gli interpreti."

C: "Il gioco di potere che le guardie assumono verso i carcerati, incute in questi ultimi una forte rassegnazione, che intacca psicologicamente la loro identità di esseri umani. Crede che sia possibile, fare di un assassino una vittima?"
G: "Questo è un argomento già trattato da autori ben più illustri. Io piuttosto mi chiedo: è possibile trasformare una vittima in un assassino?"

C: "In questa storia viene utilizzata una scrittura molto semplice, priva di fronzoli letterari e decisamente 'alla mano', ma pur sempre con grande precisione emozionale. Ha svolto delle ricerche approfondite per spiegare al meglio i temi trattati?"
G:" Qualche ricerca l'ho fatta, sì. In particolare ho visitato un ex-opg qualche mese fa, un'esperienza che mi ha sicuramente aiutato."

C: "So che la stesura del libro è stata lunga, ma appagante. Qual è il messaggio nascosto ne 'La gabbia'?"
G: " Potrebbero essercene tanti di messaggi nascosti, ma se li dico poi non c'è sfizio a leggere il libro. Mi piacerebbe se i lettori li trovassero."

C: "Questo, è un libro auto pubblicato: perché consiglierebbe questa opzione ad altri autori emergenti?"
G: "Quello della scrittura è un mondo difficile. L'auto pubblicazione permette di dare il meglio di sé e togliersi qualche soddisfazione in più."

C: "Lei, è socio amministratore del sito culturale/giornalistico 'ilvaporetto.com". Come concilia il suo ruolo di divulgatore con quello di romanziere?"
G: "E' molto difficile, considerato anche che svolgo un terzo lavoro, l'unico al momento remunerativo. Ma avere una passione è fondamentale in tempi come questi, non mi pesa perché scrivere è sempre stato il mio sogno."

C: "Prima di salutarci, può dirci se ha già in opera un nuovo progetto letterario, magari con qualche anticipazione?"
G: "Qualcosa c'è, ma al momento voglio concentrarmi su "La gabbia". E' una parte di me, ci tengo molto."

Claudia Mameli



Licenza Creative Commons
Recensione "La gabbia" di Claudia Mameli è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Based on a work at http://ilprofumodellacarta.blogspot.it/2016/04/la-gabbia-di-gianluca-corradini.html.

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