giovedì 7 aprile 2016

Cavalli otto uomini quaranta, di Enrico Graglia

                                                                                      


Pubblicazioni: Amazon
Anno: 2013
Genere: Narrativa
Formato: Kindle
Prezzo: € 0,99
Questa raccolta di racconti parla di Valerio e dei suoi amici, dei suoi nonni e della sua Castelvecchio, la piccola cittadina nella quale è cresciuto avvolto da una magica aura di pura e felice spensieratezza. Prendendo pezzi di vita da regalare a chi avrà voglia di lasciarsi trasportare dalla nostalgica semplicità dei tempi trascorsi, si passerà attraverso momenti di paura per poi correre  verso i giochi di bambini che diventano grandi  sognando ad occhi aperti; rievocando le voci e gli odori dell'infanzia e assaporando la malinconia dei ricordi lontani.

La scrittura delicata, la parlata semplice e priva di qualsiasi tipo di artificio letterario, da' modo a lettore di immedesimarsi in questi piccoli aneddoti che fanno sorridere, a volte commuove, e spesso riflettere sulla grandezza di una vita comune e speciale come è quella vissuta dai protagonisti che si alternano armoniosamente nelle pagine di Enrico Graglia che, orgoglioso del proprio lavoro, afferma: "Cavalli otto e uomini quaranta", è una raccolta di sette racconti, scritti nell'arco di dieci anni e indipendenti tra loro, ma uniti da un unico filo conduttore: il legame con le proprie origini, sia familiari che geografiche, che passa attraverso i ricordi, i racconti degli anziani e le suggestioni di un paese di campagna un po' vissuto e un po' immaginato.

                                                                                     

"Dappertutto brulicavano quei serpenti di plastica, che svuotavano si vita le membra sempre più scarne di quelle donne morenti, rinsecchitesi bei letti della clinica come foglie d'autunno, in procinto di staccarsi dall'albero e andare a marcire al suolo"

"Mi resi conto di parlare per la prima volta al nonno come se non ci fosse, come se non fosse in grado di sentirci e di interagire con noi"

"Quando sono andato sotto le armi ero negli alpini e suonavo nella banda. Ero la prima tromba! E allora, siccome c'era il Re, si suonava: Vien il Re, vien il Re, vien il re, le trombe liete squillano
E allora io scappavo lì, in quella specie di pozzo più alto di me. Saltavo dentro e poi mettevo sopra delle frasche, delle fascine, in modo che non mi vedevano. (...) I fascisti ce l'avevano con noi, i partigiani ce l'avevano con noi. E tu non sapevi più che fine fare
Vedi delle volte essere delinquenti! Lì si mangiava e si dormiva. E i tedeschi avevano più fame di noi, avevano meno roba di noi. Lavoravamo la terra e mungevamo la terra, al pascolo, ma prima di dare il latte a loro lo bevevamo noi"

"I suoni non scompaiono: sono onde che viaggiano nello spazio e smettiamo di sentirle soltanto perché si allontanano da noi
Era una notte in cui i sogni vivevano. E, anche se presto annegati nell'oblio del sonno, sarebbero tornati per bussare alle porte cedevoli dell'anima e, forse, diventare realtà"



INTERVISTA

Claudia: "Ciao Enrico, in questa breve intervista ti farò alcune domande legate ai tuoi lavori, primi fra tutti "Labirinto" e "Cavalli 8 uomini 40”. Come sono nati?"
Enrico: Ciao Claudia, ti rispondo molto volentieri. “Labirinto” è una storia d’amore fra liceali, condita di soprannaturale; l’ho scritta a vent’anni, mettendoci qualche elemento autobiografico e poi ricamandoci sopra, lasciando spazio alla fantasia. “Cavalli 8 Uomini 40”, invece, è una raccolta di sette racconti, scritti nell’arco di oltre dieci anni e indipendenti tra loro, ma uniti da un filo conduttore: il legame con le proprie origini, sia familiari che geografiche, che passa attraverso i ricordi, i racconti degli anziani e le suggestioni di un paese di campagna un po’ vissuto e un po’ immaginato.

C) Hai progettato di fare i due libri legati, oppure è avvenuto per caso?
E) Il legame tra i due libri è voluto, nel senso che il protagonista di “Labirinto” torna in un paio dei racconti di “Cavalli 8 Uomini 40” e, insieme a lui, Castelvecchio: un luogo del mio immaginario, costruito sulle fondamenta di un paese reale, a cui sono molto legato, tra le colline dell’astigiano.

C) Da cosa ti sei fatto ispirare?
E) Dalla vita quotidiana, dalle letture, dai film: nella scrittura tutto converge, si mescola e si trasforma in qualcosa di diverso... una storia nuova, nata da mille storie già vissute e sentite in passato, che a sua volta confluirà in altri racconti per alimentare l’immaginario umano del futuro.

C) Nei racconti di Valerio col nonno trovo una grande intimità di scrittura... Volevi trasmettere un preciso messaggio o ti sei fatto guidare dalla penna?
E) Il racconto che dà il nome alla raccolta, “Cavalli 8 Uomini 40”, è al cento per cento autobiografico: non c’è nulla di inventato, forse per questo traspare un’intimità innegabile. Nei dialoghi ho condensato ore di registrazioni, trascritte per mantenere e tramandare i racconti che fin da bambino ho sentito ripetere dai miei nonni: sono le loro voci, che vorrei arrivassero al lettore, la loro esperienza diretta del passato, della guerra e della vita in campagna, dei giorni difficili di un’altra epoca… i ricordi di una vita racchiusi in poche pagine, perché possano tornare a vivere ogni volta che qualcuno li legge.

C) Quando scrivi, come e perché?
E) Quando riesco, impegnando il poco tempo libero a disposizione. Non aspetto l’ispirazione, ma mi metto davanti al computer e inizio una nuova storia o ritorno su una già sviluppata e ci lavoro su. La scrittura è mestiere, oltre che esigenza, e l’esercizio aiuta a migliorare… ma se non mi divertissi ogni volta che lo faccio, smetterei subito.

C)Quale è il tuo lavoro principale e come concili con esso la tua passione?
E) Un lavoro d’ufficio, agli antipodi della scrittura creativa; quest’ultima per il momento resta una passione, da coltivare nel tempo libero.

C) Primo libro scritto e concorsi letterari?
E) Ho scritto per anni dei racconti brevi, poi alcuni racconti più lunghi e attualmente sto lavorando a tre romanzi. Ho partecipato a pochi concorsi letterari e, finora, non ho avuto riscontri significativi, salvo una buona recensione dalla giuria del Premio Calvino e qualche consiglio utile nell’ambito del Torneo Letterario IoScrittore.
C) Quanti titoli pubblicati ad oggi?
E) Ho pubblicato cinque titoli su Amazon, ma sono alla ricerca di una casa editrice per il mio primo romanzo.

C) "Il serpente piumato" ha tutto un altro stile, ci hai messo dentro un po' di Lara Croft: voleva essere un remake de La culla della vita?
E) “Il Serpente Piumato” è un racconto di fantascienza, decisamente diverso da “Labirinto” e “Cavalli 8 Uomini 40”. Sicuramente deve molto al cinema, ma non tanto a Lara Croft, quanto piuttosto a film e libri come “Alien vs Predator” e “Sfera”.

C) Non l'ho ancora letto, ma un altro libro ha come protagonista un certa Buick. Nella scrittura ti lasci influenzare da quello che leggi?
E) Sì, le letture sono la mia maggior fonte di ispirazione e l’autore a cui devo di più è senz'altro Stephen King: nessuno ha influenzato il mio immaginario e la mia scrittura quanto lui. Lo considero un maestro assoluto, inarrivabile.

C) Prossimi progetti?
E) Sto lavorando al mio primo romanzo: una storia fantastico-horror di cui spero sentirete parlare.

E in attesa di leggere il suo primo romanzo, vi lascio il link di: LabirintoIl serpente piumatoNotte al monastero e Piena notte.

Claudia Mameli 

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