domenica 24 aprile 2016

Ascoltami... , di Simonetta Angelo-Comneo

                                                                                 

Casa Editrice: Eracle
Anno: 2015
Formato: Cartaceo
Genere: Romanzo storico
Pagine: 235
Prezzo: € 15,52
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Agli inizi degli anni '70 la giovane Lea si sposa con Wadih, un facoltoso imprenditore libanese con il quale decide di vivere a Beirut. In Italia lascia il ricordo di un padre mancato troppo presto, e una madre anaffettiva che decide di continuare a vivere risposandosi, escludendola dalla propria anima. Il dolore di Lea contribuisce a consolidare nel tempo un carattere fragile ed insicuro, dove la confidente più fidata dei suoi pensieri rimarrà  a lungo la propria mente.
L'amore che lega la coppia appare sincero ma, a distanza di poco tempo, la donna si rende conto che non è poi così perfetto. Spesso si ritrova sola per via dei continui impegni lavorativi di Wadih, ed è solo grazie a  Mirulla, una cara amica conosciuta per caso, che inizia a scoprire veramente la bellezza del Libano e sentirlo come la sua casa. La guerra inizia a farsi strada, cosicché Lea decide di riempire gli spazi vuoti impegnandosi nello studio, anche a causa dell'assenza e dei continui tradimenti subiti dall'uomo con il quale credeva aver  riacquisito quella stessa figura protettiva che tanto le era mancata, e che invece segue ad umiliarla allontanandola sempre più, fino a quando non la lascerà definitivamente per morire tra le braccia dell'amante. Prese le redini dell'azienda lasciatale in eredità dal marito, Lea imparerà a guardare la vita secondo nuove angolazioni, grazie al supporto di nuovi amici che le staranno sempre vicino, diventando sempre più forte. Vedrà di nuovo l'amore, la paura, conoscerà nuovi luoghi e ripercorrerà il doloroso cammino della morte in quel Paese che ama alla follia e dal quale nemmeno la guerra la può allontanare a lungo.

Scrivere una recensione per questo romanzo non è stato facile per me, e ancora adesso non so bene se questa sia la maniera giusta per rendergli onore. La storia narrata da Simonetta Angelo-Comneo è costantemente avvolta da una malinconica sensazione di abbandono che si sente sulla pelle, pagina dopo pagina. Le descrizioni degli ambienti sono fotografie in movimento che quasi profumano al solo leggerle: le strade di Beirut, i palazzi, i suk e le colline prendono magicamente vita portando la mente in luoghi che per la maggior parte dei lettori sono estranei che diventano in un attimo parte della propria vita. La stessa sensazione di attaccamento che prova Lea quando a causa della guerra viene costretta a lasciare il Paese per trasferirsi a Parigi o Milano, il suo desiderio di tornare finalmente in Libano viene contagiato anche a chi legge. Più di ogni altra cosa si entra in contatto con l'anima della protagonista, delicata, sensibile e disperatamente attaccata alla vita. Si prova per lei una forte solidarietà nella sofferenza che il destino le ha imposto, mista ad una grande gioia nel momento in cui un barlume di speranza sembra affacciarsi nel suo cuore per renderla finalmente felice, anche quando, circondata da amici coraggiosi, impara che per riuscire a costruire un futuro migliore bisogna imparare a vivere al meglio nel mondo che ci è stato dato, con tutti i suoi difetti e le sue lunghe strade da percorrere, amandone la bellezza immensa di ciò che comunque offre senza riserve alcune.

                                                                                  

"I suoi passi la portarono verso Maarad, i cui lunghi e vasti portici ospitavano negozi di ogni genere, dal negozietto di spezie e granaglie alla boutique piena di squisiti abiti di marca, dal negozio di scarpe a quello di prodotti artigianali"

"Siamo insieme e siamo soli. Sento le tue parole ma non ne colgo il significato. Incomunicabilità di due esseri che stanno insieme, fanno l'amore, ripetono gesti che tanti altri hanno fatto prima di loro, discutono, ma in realtà vivono soli, ognuno nel proprio mondo, chiuso all'altro, dove le parole formano il silenzio e non riempiono il silenzio"

"Che cos'è la felicità se non doversi accontentare di quello che si ha o che la vita concede, giorno dopo giorno?"

"Pensava continuamente  alla madre e al poco amore che le aveva dato, eppure, nonostante ciò, era triste per lei e la compariva"

"Era talmente presa dai suoi fantasmi che lo aveva sempre guardato come la spalla su cui piangere, l'amico a cui chiedere sostegno, la roccia a cui aggrapparsi, senza mai chiedersi che persona fosse veramente"

"Le ore passavano lente e inesorabili e verso sera i bombardamenti divennero più violenti e vicini. Ogni colpo che sentiva, ogni bomba che, cadendo, faceva tremare i vetri e il pavimento sotto ai suoi piedi, sembrava trapassarla e dilaniarla; aveva male dappertutto, nel corpo e nell'anima: è questa la paura?"

"Cadi tu che calpesti il tuo onore, la tua religione, la tua famiglia; tu che vedi nella nostra forza solamente uno strumento per distruggere. Ecco, io ti abbatto freddamente, prendo la mira e sparo perché cin te seppellisco tutti i bambini mutilati, tutte le chiese profanate, tutte le case distrutte, tutti i beni calpestati, con te seppellisco una felicità troppo fragile, una ricerca troppo vana"

                                                                                                  

                                                                          INTERVISTA
Claudia) Salve Simonetta. Prima di ogni altra cosa devo ringraziarti per avermi coinvolta nel tuo mondo di carta. Come "Taccuino Libanese", anche questo romanzo è soprattutto un pezzo importante della tua vita pur non essendo prettamente autobiografico. Cosa ti ha spinto a scriverlo?
Simonetta) "Ascoltami" Non è autobiografico, come giustamente dici, ma vi ho riversato  molti dei miei sentimenti ed esperienze. Lea, che è un  personaggio nato dalla fusione di molte donne incontrate (e c'è anche un po' di me), è cresciuto talmente dentro di me che è quasi esploso ... l'ho scritto in poco tempo tanto forte era la forza con la quale mi parlava per farsi sentire. Buffo, vero?

C) Il Libano è stato la tua Casa per tantissimi anni. Qual è il ricordo più bello che conservi di quel periodo?
S) Il ricordo più bello del Libano risale agli anni d'oro, cioè al periodo che va dal 1961 al 1974, quando ancora la guerra era lontana, quando la generosità e l'ospitalità dei libanesi era genuina, quando il Paese sembrava il paradiso terrestre.

C) Essendo professoressa pare scontato che  tu scriva perfettamente, ma il tuo stile narrativo ha una vita propria: sembra quasi che la penna sappia già cosa mettere su carta, ancor prima di te. Quali sono le condizioni ideali per riuscire a staccare la mente dal corpo e poter creare liberamente?
S) Non ci sono condizioni ideali per staccarsi dalla vita reale e creare. I momenti vengono all'improvviso quando, senza rendertene conto, ti trovi a parlare con il tuo personaggio e nella tua mente si formano frasi che sembrano sgorgare da sole. E allora prendi il tuo pc, prima era il famoso taccuino, e le tue mani scorrono sulla tastiera. A volte si può rimanere giorni interi senza sentire nulla e poi via, ti rimetti in movimento.

C) Il tuo è un cognome importante, che sotto un certo punto di vista impone grosse responsabilità. Potendone sceglierne solo tre, quali sarebbero i valori fondamentali della tua vita?
S) - Non è solo un nome importante che comporta responsabilità; queste fanno parte dell'educazione che hai ricevuto e dall'esempio della tua famiglia. Io direi che i tre valori fondamentali della mia vita sono: amore, onestà e umiltà.

C) Con i tuoi romanzi hai avuto diversi riconoscimenti importanti. Questo, legato alle tue origini, in che maniera influisce sui rapporti interpersonali e sul modo in cui ti vedono gli altri?
S) Credo che gli altri mi vedano esattamente come ero prima di scrivere e di ricevere riconoscimenti, e cioè come figlia, moglie, madre e amica leale.

C) La vita riserva momenti belli ed altri più difficili da gestire. Se tu potessi esprimere un desiderio, cosa chiederesti?
S) Esprimere un desiderio ora? Forse l'unica cosa che io desidero veramente è vedere i  miei figli vivere con amore e serenità come ho vissuto io nonostante dolori e difficoltà. Perché si, se mi fosse dato di ricominciare la  mia vita, forse non la vorrei diversa da quella che ho avuto.

C) Prima di salutarti, per la gioia di tutti i tuoi lettori, vorrei sapere se hai dei progetti importanti a breve scadenza.
S) Sto scrivendo un nuovo romanzo che, per motivi un po' seri, ha avuto una battuta di arresto. Lo sto riprendendo in mano in questi giorni ...vedremo.

C) Grazie di cuore a Simonetta Angelo-Comneo, con un forte augurio per la sua carriera letteraria.

Claudia Mameli

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